Domanda

Il mio assessore alle politiche sociali mi ha parlato di contributi statali che verranno erogati ai comuni per l’installazione di impianti di videosorveglianza. Di cosa si tratta? Mi potete dare qualche informazione in più?

 

Risposta

I contributi statali a cui si fa cenno nel quesito del lettore sono quelli previsti dall’art. 5-septies del decreto legge n.32/2019 (c.d. ‘Sblocca cantieri’), introdotto ex novo dalla legge di conversione n. 55 del 14/06/2019, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.140 del 17/06/2019. La norma, approvata con il voto favorevole anche delle minoranze parlamentari, istituisce due distinti fondi sul bilancio statale: uno per le scuole ed uno per le strutture per anziani. Le cifre: ciascuno dei due fondi ammonta a 5 milioni di euro per l’anno 2019 e a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024. Tali somme sono da erogarsi a favore di ciascun comune per l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso le scuole e le strutture per anziani, nonché per l’acquisto di apparecchiature finalizzate alla conservazione delle relative immagini per un periodo temporale adeguato.

Come e quando verranno ripartite ed erogate ai comuni le somme di cui sopra? Al momento non è dato saperlo. Il comma 3 dell’articolo infatti fa rinvio ad ‘apposito provvedimento normativo’, con il quale si darà attuazione ai suddetti interventi. Ad oggi, pertanto, l’unica certezza per i comuni è quella dello stanziamento complessivo delle risorse finanziarie come sopra illustrate. A quali scuole e strutture per anziani si riferisce la norma? La risposta si trova ai commi 1 e 2 dell’articolo: essa si rivolge ai servizi educativi per l’infanzia, alle scuole dell’infanzia statali e paritarie, nonché alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno. La finalità della norma è infatti quella di assicurare la più ampia tutela a favore dei minori e degli anziani che si avvalgono di detti servizi. Come si dovranno comportare quei comuni che non gestiscono in forma diretta i servizi destinatari dei contributi? Pensiamo alle case di riposo e alle strutture gestite per il tramite di Asp o Fondazioni, nonché ai servizi educativi all’infanzia gestiti per il tramite di aziende speciali ovvero per il tramite di unioni di comuni a cui le relative funzioni siano state trasferite dai singoli comuni ad esse appartenenti. La norma è chiara nell’affermare che le somme stanziate saranno erogate ‘(…) a favore di ciascun comune’. Si può presumere che, nei casi sopra esposti, il comune beneficiario trasferisca le somme ai soggetti terzi che erogano i servizi all’infanzia o agli anziani. Come avverrà il riparto? Secondo la popolazione del comune, o secondo il numero e le dimensioni delle strutture presenti sul proprio territorio? O sulla base dell’età media o per fasce di età della propria popolazione? Sono tutti quesiti che al momento non hanno risposta. Non resta pertanto che attendere l’adozione dell’apposito provvedimento normativo previsto dal comma 3 dell’articolo che, si auspica, faccia chiarezza su tutti questi aspetti. Di sicuro l’iniziativa va accolta con favore, data la sua chiara intenzione di arginare i purtroppo frequenti episodi di maltrattamenti nei confronti di bambini ed anziani all’interno di quelli che dovrebbero essere invece luoghi protetti.

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